Il Posiviri di Sciacca ha già chiuso i battenti da un bel po’ di tempo.

Ma vedere le porte chiuse, con un cartello affittasi, ha suscitato la forte emozione di chi a questo luogo ha legato un pezzo della propria vita.

La reazione, sui social, della pubblicazione di questa foto da parte di Paolo Avona, ex presidente dell’associazione culturale Posiviri, ha portato alcuni giovani ad esprimere la propria nostalgia.

Ricordi di una gioventù

Chi ha avuto tra i 18 e i 40 anni tra gli anni 90 e primi del 2000 conosce sicuramente il Posiviri. Ci è entrato ne ha fatto parte come socio o come semplice avventore.

Al Posiviri ciascuno ha dei ricordi. Per qualcuno, specialmente all’inizio, quando aveva una chiara collocazione politica, è stato un luogo di formazione. Un laboratorio dove si imparava e si scopriva l’arte del cinema, della fotografia, della poesia.

Al suo interno si sono svolti eventi unici. E che resteranno nella memoria di ciascuno.

Ad ogni modo, ciascun ricordo non appartiene al singolo. Ma appartiene ad un gruppo di persone. Perché al Posiviri tutto veniva fatto in gruppo. E questa forse sarà la grande lezione che ha lasciato a tutti.

La testimonianza di Enzo Guardino

Enzo Guardino, sul suo profilo, ha pubblicato questa testimonianza che riporto nella sua interezza. 20 marzo alle ore 20:23 ·

Questa è una foto che mi mette molta tristezza per i motivi che spiegherò adesso. La porta che vedete era quella d’ingresso del Posiviri, associazione culturale nata dall’intuizione di un gruppo di ragazzi, probabilmente per creare un punto di ritrovo, nella metà degli anni novanta, che servisse a combattere il mortorio invernale di una cittadina di mare, Sciacca, che si accendeva con il sopraggiungere dell’estate.

Una sera accettai di seguire un amico in questo posto e, d’un tratto, capii che quello era il posto più a forma di me che esistesse in circolazione. Correva l’anno 98′-99′.

E così iniziai un lungo percorso che accompagnò la mia infanzia. Dopo qualche giorno di frequentazione mi fu chiesto di diventare socio, con possibilità di fare servizio al bancone per i presenti che venivano a chiedere cocktail, birre, vini e quant’altro! Ho avuto molti maestri, da Paolo Avòna, il presidente, ai fratelli Frank Napoli e Alfonso Napoli, ad Aldo Craparo, a Francesca Interrante. E scusate se ne dimentico qualcuno.

Ci fu spiegato il valore della trasparenza nei conteggi dei ricavi, dei soldi da utilizzare per la spesa, con tanto di scontrino riposto in una piccola cassetta di legno. Così, io e il mio amico fraterno Fabio Monaco diventammo in breve i turnisti del sabato sera, o delle feste di Capodanno.

Ci si dava appuntamento alle 20 per le pulizie. Ci armavamo di scope, stracci, secchi pieni d’acqua e detersivi per poi entrare nella dimensione da barman, o qualcosa del genere. Una sera, in occasione di una festa, ci fu persino detto di aver superato il record d’incasso!

Nei giorni successivi ai nostri turni, mi capitava di ricevere saluti da chi non ricordavo minimamente di aver conosciuto. In preda a manie di gigantismo, nei quali credevo di poter benedire le folle, ricordo che riuscivo a maneggiare due bottiglie con le sole dita di una mano. Poi ci fu la fase dello sgretolamento.

I vecchi soci dovettero passare il timone alle nuove leve. I componenti della vecchia guardia dovettero seguire i loro sogni, progetti lavorativi e familiari. Ma un passaggio era obbligato: lasciare il locale ad un gruppo che avesse chiaro il senso per cui il Posiviri fosse nato. Quello che venne dopo non fu certo la stessa cosa. Il risultato ha portato a questa foto. La nostra infanzia in affitto!!!

Il commento di Paolo Avona

Paolo Avòna, ex presidente dell’associazione corregge il tiro

Questo post fa uscire Lacrimucce che bagnano le nostre cornee. Pero’ c’è da dire che dopo il passaggio di mano, il Posiviri è rimasto ancora aperto per piu’ di dieci anni. Bisogna dare merito anche agli altri ragazzi, che l’hanno gestito egregiamente con molto impegno, mettendoci dentro i loro sogni ed i loro interessi.

Manuela Marino su Instagram

Un’altra ragazza esprime la sua tristezza su instagram e scrive.

La tristezza in una foto… 😢

L’avevamo chiamato #Posicasa perché dentro c’era una #famiglia, con i suoi pregi e i suoi difetti, piena di emozioni, di risate, lacrime, amore e amicizia.

Se eri triste venivi qui certo di trovare un’accoglienza, un conforto, un abbraccio.
Se eri felice venivi qui certo di trovare sempre qualcuno pronto a gioire con te.

La sensazione nel vedere quella porta chiusa con sopra la parola “AFFITTASI” è la stessa dell’essere sfrattati senza preavviso.

Si è chiusa un’era, è finita la festa, ma è stata scritta una storia in cui ognuno di noi ha avuto una parte importante e che difficilmente dimenticherà.

Il tempo passa e le cose cambiano

Il Posiviri è stato certamente un miracolo. Un locale che si autogestisce e si autofinanzia per 20 anni, in Sicilia, in provincia di Agrigento, a Sciacca, è una congiunzione astrale che raramente si verifica.

Essere stato parte di questo miracolo è certamente motivo di orgoglio per tutti.

Ciascuno, in fondo, è stato abbastanza eroico a mantenere aperto il luogo, insieme al sogno.

Grazie Posiviri e grazie a tutti i posiviriani.