L’inopportuno è colui che è
contrario alla convenienza del momento.
Parla e non dovrebbe parlare,
chiede, fa domande, è curioso.
ma lo fa nel momento e nel posto sbagliato.
Insomma, la persona inopportuna è un rompiscatole del quieto vivere di chi vive discretamente, di chi non disturba, di chi fa il proprio lavoro anche con dedizione.
Inopportuno chiamarsi inopportuno
E magari è anche inopportuno chiamare questa rubrica “L’inopportuno”. Perché tutto ciò che fa una persona inopportuna disturba, interrompe il fluire dei pensieri degli altri, si fa avanti nel momento sbagliato e disturba.
È inopportuno raccontare che queste pagine nascono da un crollo, da un momento di agitazione.
Sono stato inopportuno
Tutto nasce quando alle due di notte un insistente campanello che suona alla porta mi sveglia di soprassalto.
Una gentile vigilessa mi chiede di spostare la macchina, dato che un vecchio palazzo sta per cadere e chiudendo la strada la mia macchina sarebbe rimasta bloccata chissà per quanto tempo.
Nel dormiveglia, mi vesto, cerco le chiavi e documenti ed esco di casa.
Pensavo a quale casa stesse cadendo o fosse già caduta. Da tempo, tra il vicinato si guarda e si parlava di una casa che tutti pensano cada da un momento all’altro.
Quando vado a prendere la macchina mi rendo conto che, invece, la casa è un’altra.
Vado a posteggiare in un posteggio sicuro e ritorno verso casa.
Nel frattempo si è creato un capannello di persone che parlava, tra chi era già sveglio e chi come me era stato svegliato. E la discussione era che tutti si pensava all’altra casa e non a questa che stavano recintando.
Il cittadino che collabora
Preso da istinto civico mi avvio a denunciare che in effetti la casa che stava per cadere fosse un’altra.
Ripeto la cosa ad un paio di persone fin quando credo di averlo detto alla persona giusta.
La risposta, alle tre di notte, non è stata delle più gentili e nonostante faccio presente che volevo solo dare una mano, l’animo del buon uomo non si placa. Anzi.
Vado via.
Alle tre di notte
Rimasto nei paraggi. Tra i vicini si parla di questa strada che resterà chiusa per giorni interi chissà fino a quando.
Quando cadrà la casa a cui tutti pensiamo, la strada sarà nuovamente chiusa. Che non arriverà più il servizio di raccolta porta a porta, i servizi verranno fermati.
Nella notte sento che l’uomo che aveva raccolto la mia denuncia continua a lamentarsi di chi come me, da cittadino, voleva aiutare. E che i problemi sono così enormi che la mia lamentela era solo un fastidio inutile.
Mi avvicino per dire che non c’era bisogno di arrabbiarsi, che volevo semplicemente fare una segnalazione, che volevo solo sapere e capire cosa avrei potuto fare per aiutare.
Il buon uomo si agita ancor di più. Non solo segnalare, ma persino sapere cosa fare.
E accrescendo il suo nervosismo mi dice che segnalare una casa che cade, una delle tante case che cadono, voler persino sapere cosa fare, alle tre di notte, è stato quanto meno inopportuno.
Mi scuso. Ma le scuse non vengono accettate. Anzi dalla rabbia l’uomo va via, forse anche maledicendomi.
Mi spiace
Mi è molto dispiaciuto aver provocato questa reazione. Non volevo infastidire. Lo scopo era quello di poter contribuire alla propria città.
Mi dico che sono stato davvero inopportuno. Alle tre di notte, non si dicono certe cose.
L’uomo era lì per lavorare. Come me era stato buttato giù dal letto.
Magari avrà avuto pure i suoi problemi. Che ne potevo sapere io?
L’inopportuno a tutte le ore
La mattina stessa mi informo con altri conoscenti e amici su cosa posso fare. Ma vengo informato che l’ufficio tecnico del comune di Sciacca è in forte difficoltà. Le persone che lavorano all’interno sono poche, oberate di lavoro, con una città intorno che sta crollando e sprofondando letteralmente.
Mi dicono che sarebbe inopportuno segnalare una casa, quando il problema è ancora più grande. Ci sarebbe da sistemare l’intera via, l’intero quartiere, l’intero centro storico. L’intera città.
Durante la notte, avevo accettato il fatto che ero stato inopportuno a parlare alle tre di notte. Ma, come mi viene confermato dagli amici, quella segnalazione sarebbe stata inopportuna anche alle altre ore, anche se rivolta formalmente e con tutte le dovute cure all’ente pubblico.
L’inopportuno non è solo
Rifletto sul fatto che comunque i miei vicini di casa danno ragione al mio ragionamento.
Altri avrebbero voluto dire le mie parole, ma si sono fermati sulla soglia dell’opportunità. Ossia, meglio farsi gli affari propri.
Peccato che il bene comune come lo è una strada è affare nostro. Affare mio. Ma anche affare tuo che mi leggi. Se chiudono la strada che mi riporta a casa e non la riaprono, quando chiuderanno la strada davanti casa tua, anche quella rimarrà chiusa.
Quindi, anche se apprezzi il benessere della routine quotidiana, la sicurezza di ciò che è familiare, la tranquillità della ripetizione, conviene essere dalla parte dell’inopportuno di turno, anche quando è nel torto, alle tre di notte.
Penso che ci siano altri inopportuni che dicono la loro. Non li voglio rappresentare. Sono sparsi, si presentano per caso sulla vostra via. La loro inopportunità potrebbe essere l’opportunità per molti.
Diciamolo
E allora sarà pure inopportuno dirlo, ma il centro storico di Sciacca crolla, tra l’incuria dei privati e il disinteresse del Comune.