Possiamo dire che Sciacca è anche la città di Pietro Germi. Qui il regista genovese, naturalizzato a Roma, venne a girare due film che oggi rientrano nella storia del cinema italiano.
I film in questione sono due
- In nome della legge, tratto dal libro piccola pretura. Tra l’altro pure riedito dall’editore saccense Aulino.
- e il film Sedotta e abbandonata, con l’allora debuttante Stefania Sandrelli.
La Sciacca di Pietro Germi
Sciacca per Pietro Germi è stata una città metafora di un mondo contadino che racchiudeva tutte le città della Sicilia e del meridione. Metafora perfetta dove raccogliere tutte le sfumature di una Sicilia arcaica e moderna nello stesso tempo.
La Sciacca di Pietro Germi è una città, infatti, senza il mare.
Qui sono stati girati due film di Pietro Germi: “In nome della legge” e “Sedotta e abbandonata”.
Si racconta, poi, che Germi sia tornato per una terza volta a Sciacca per girare un altro film. Ma non ritrovò quei luoghi che aveva già filmato. Non era piaciuta l’evoluzione moderna della città. E non si fece più nulla.
Sedotta e abbandonata
Il film oggi disponibile in DVD è sicuramente uno spaccato della cultura del tempo. Tra ipocrisie, valori familiari, società dell’apparenza e tradizione.
Sedotta e Abbandonata: “Matilde” e “Annina” a Sciacca
Pietro Germi – Sedotta e abbandonata: Leopoldo Trieste
Sedotta e abbandonata. Carlo Rustichelli
Lando Buzzanca
Bisicato a Sciacca
Sedotta e abbandonata (Germi, 1964) – Il rapimento
Colonna sonora
Bellissima la colonna sonora di Sedotta e Abbandonata di Carlo Rustichelli, disponibile su CD.
In nome della legge
Il primo film che Pietro Germi girò a Sciacca fu In nome della legge. Uno spaccato della mafia contadina di allora.
Il film, tratto dal libro Piccola Pretura, è ambientato in una Sicilia del 1948.
Guido Schiavi, un giovane magistrato di Palermo che, per amore della giustizia e della legalità, si trova costretto a combattere contro varie ingiustizie sociali.
Solo contro tutti, appoggiato unicamente da Grifò, il maresciallo della locale stazione dei carabinieri, e dal giovane amico Paolino (la cui barbara uccisione lo convincerà a rinunciare alle dimissioni appena presentate), condurrà fino alla fine la sua battaglia che consiste non solo nell’applicare la legge ma anche nell’insegnarne il valore.
Con uno straordinario Massimo Girotti protagonista di molti film d’autore del cinema italiano.
Si tratta comunque di un film di una modernità disarmante, facendone un film senza tempo e ancora adesso attuale.
Tra l’altro è entrato di diritto dentro molte antologie come La giustizia nel cinema italiano.
Monologo finale
Contro tutte le mafie
In nome della legge, il film
70 anni di In nome della legge
A Sciacca si celebra quest’anno (2019) uno dei primi film del cinema italiano in cui si parla di Mafia. “In nome della legge” uscì nelle sale nel 1949. Il film fu girato interamente a Sciacca, ad un anno dalla morte del sindacalista assassinato proprio dalla Mafia, Accursio Miraglia.
Pietro Germi, regista tra i più importanti della cinematografia neorealistica italiana, nel film ebbe la collaborazione di giovanissimi e allora sconosciuti sceneggiatori come Federico Fellini e Mario Monicelli.
Chi era Pietro Germi?
Pietro Germi si interessò molto ai meridionali e alle loro alterne vicende.
Pietro Germi era un uomo del Nord ma il suo carattere umorale e passionale, nascosto sotto l’apparente scorza di scontrosità e intransigenza, lo faceva essere vicino alla gente meridionale di cui conosceva e criticava talora severamente il modo di concepire la vita, i pregiudizi e gli errori ma di cui anche apprezzava le qualità innate.
Un rapporto di amore-odio il suo per il Sud e i meridionali che si ritrova in tanti suoi film: nel personaggio del mafioso rispettabile nella sua coerenza e adesione ad una sua legge che si contrappone alla Legge di uno Stato lontano e indifferente, come nel film In nome della legge (1949).
E nel malinteso senso siciliano dell’onore di Divorzio all’italiana e di Sedotta e abbandonata, film questi ultimi degli anni ’60 dove prevale ormai in Germi, che sta perdendo la fiducia in un rinnovamento culturale meridionale, la critica corrosiva verso una società che vede incapace di scuotersi e di abbandonare le sue convinzioni secolari.
Con Sedotta e abbandonata (1964) Germi torna per l’ultima volta a girare in Sicilia, una regione legata al regista genovese da una particolare empatia.
Ma anche il Nord non è risparmiato dalla critica corrosiva di Germi. Il 1965 è l’anno del limpido Signore & signori con Virna Lisi e Gastone Moschin, satira sull’ipocrisia borghese di una cittadina del Veneto e girato a Treviso. Il film vince la Palma d’oro al Festival di Cannes ex aequo con Un uomo, una donna di Claude Lelouch. Dirige la coppia Ugo Tognazzi e Stefania Sandrelli in L’immorale (1967), gradevole film ispirato, forse, alle vicende personali di Vittorio De Sica.